Cupello è un paese relativamente giovane. Notizie, infatti, dell’attuale abitato risalgono al XVI sec. quando i D’Avalos, marchesi di Vasto, dopo il terribile terremoto del 1456, favorirono l’agricoltura utilizzando colonie di schiavoni, popoli slavi scacciati dai Balcani a causa delle incursioni turche, costretti ad approdare sull’opposta riva adriatica. Probabilmente  da queste vicende scaturì il vecchio nome di Cupello, Villa degli Schiavoni.

Tuttavia ritrovamenti archeologici e i resti di una villa romana documentano l’esistenza di insediamenti umani già in epoca preromana legati alla transumanza.

La storia di Cupello è strettamente legata a quella di Monteodorisio ( piccolo paese a circa 3 chilometri di distanza), che nel Medioevo era capoluogo di una famosa Contea che abbracciava dodici paesi (Cupello, Scerni, Pollutri, Casalbordino, Villalfonsina, Lentella, Furci, Gissi, Casalanguida, Guilmi, Liscia e Colledimezzo), dalla quale Cupello si distacca e acquista autonomia amministrativa solo nel 1811, dopo innumerevoli cause civili e battaglie legali durate tre secoli. Grazie, infatti, allo sforzo collettivo di una intera generazione, ispirata ai valori risorgimentali della libertà, vengono difese, con fermezza e anche a costo della vita stessa, la municipalità e l’indipendenza del paese.

Nel ‘900 dopo un periodo di tranquillità e sviluppo economico, arriva il disastro delle grandi guerre, culminato nel 1943 nel “calvario di Cupello” a seguito dell’occupazione tedesca. Gli alleati bombardano e distruggono il paese provocando un numero impressionante di vittime civili. Per questo motivo Cupello nel 1997 è insignita della Medaglia di Bronzo al Merito Civile che rende memoria al tributo di sangue versato dai cupellesi. A questa dura prova la gente di Cupello reagisce con forza avviandosi verso la ricostruzione del paese. Dal vuoto  i cupellesi riemergono trasformando il dolore in forza, la paura in coraggio, il freddo in operosità ed altruismo. Da quel giorno, ogni anno, nell’Anniversario del bombardamento, si ricorda quella tragica esperienza per ricontattare il dolore e il vuoto di quei giorni, cercando di immaginare un futuro migliore e costruirlo giorno dopo giorno.

La vera svolta avviene all’inizio degli anni ’60 con la scoperta del metano, in un momento in cui la miseria e la fame mette in ginocchio il paese a causa della forte depressione e del depauperamento del territorio. Questa scoperta sembra dare per la prima volta ai tanti cupellesi emigrati al Nord o all’estero la speranza di ritornare per sempre nella propria terra. I cupellesi sperano che la ricchezza rinvenuta  nel sottosuolo possa dare loro la tanto attesa possibilità di uscire dal drammatico stato di miseria in cui si trovano.

Lo Stato,  tuttavia, ritiene che sia più utile per i propri bilanci trasportare quel metano a Roma e a Terni attraverso metanodotti che vengono appositamente costruiti. Per paura di vedersi defraudare dell’unico bene capace di offrire migliori condizioni economiche, la popolazione si mobilita e costituisce un comitato d’agitazione pro-metano che in poco tempo si trasforma in una vera esplosione spontanea di popolo.

Tuttavia queste agitazioni, che passano alla storia locale come “lotte per il metano”, non bastano a far rimanere questa ricchezza a Cupello. Ciò nonostante i cittadini cupellesi abbandonano le lotte solo quando ottengono la certezza dell’ubicazione nel territorio di uno stabilimento industriale che permetta l’impiego della quasi totalità della manodopera locale.

Così grazie a  quelle lotte viene dato avvio all’industrializzazione del territorio vastese, di cui Cupello è parte, e vengono installate due grandi aziende come la SIV e la Magneti Marelli, garantendo occupazione e prosperità.

Si dà inizio, quindi, per Cupello ad una nuova pagina di storia.